Nell’anno sociale rotariano 2006-2007, in occasione dell’80° anniversario dell’arrivo del Rotary a Brescia con la nascita del Rotary Club Brescia fra le varie iniziative intraprese grazie alla determinazione di Pietro Lorenzotti del RC Brescia Distretto 2050 RI e di Enrico Pedini del RC Montichiari del Distretto 2050 RI si ottenne la costituzione in Brescia della 87° International Fellowship del Rotary dedicata ai “Libri e alle Stampe antiche e rare”. Obiettivi dichiarati erano e sono:

  • la promozione dell’amicizia tra i soci, lo scambio di informazioni;
  • la diffusione della conoscenza e della passione per i libri, la storia, l’arte e la cultura;
  • la possibilità di utilizzare i moderni strumenti digitali per avvicinare in particolare i giovani.

La Presidenza fu affidata ad Enzo Cossu (RC Franciacorta) e la Segreteria ad Aldo Pirola, allora Direttore della Queriniana, oggi Direttore delle Biblioteche di Milano. Negli anni molte iniziative sono state intraprese nella convinzione che la cultura offre sempre l’occasione di un dialogo con tutte le realtà del Mondo e della nostra società e che la crescita culturale dell’uomo è altrettanto importante di quella economica e sociale.

I primi passi della Fellowship rotariana

Il primo impegno della neonata Fellowship fu quello di mettere on line un sito web in italiano, inglese, tedesco, spagnolo e cinese – www.rotaryoldbooks.org – che ha raccolto negli anni migliaia di visite da ogni angolo del pianeta segno che la ragnatela degli appassionati e dei cultori del libro antico ha una diffusione enorme e comprensibile se si pensa alle migliaia di istituzioni culturali d’eccellenza nel Mondo che vantano biblioteche e centri studi ricchi di collezioni preziose. Sul sito oltre a trovare recapiti, informazioni su eventi e manifestazioni era possibile trovare anche del prezioso materiale inedito come il Burato. Probabilmente molti pensano che i più antichi libri pubblicati fossero testi sacri o i classici antichi mentre con sorpresa è possibile scorrere sul sito l’intera copia (sia in bassa che in alta risoluzione) di un testo del 1532, il Burato appunto, che raccoglie una antologia dei pizzi e merletti veneti. Lo stampatore è Alessandro Paganini (Salò 1517; Toscolano 1519-1533; Venezia 1511-1531), tipografo bresciano, attivo a Salò, Toscolano e Venezia. Fu l’inventore del formato 24° e di un carattere a metà tra il corsivo e il romano, ma soprattutto fu grande pioniere della stampa annoverando testi singolari come questo e vantando addirittura la prima copia stampata del Corano.

Il gruppo dei soci bresciani ha lavorato nei primi anni per promuovere la conoscenza e lo studio dell’arte del torchio sul territorio provinciale in particolare sull’ambiente di Toscolano, dove è stato anche realizzato un piccolo museo che custodisce libri dei soci stessi e dove un gruppo di giovani riunito in cooperativa ha ripreso l’attività di produzione della carta fatta a mano e oggi apprezzata e richiesta e nel paese di Sabbio Chiese dove oggi non è sopravvissuta nessuna traccia di questo antico lavoro.

Sabbio Chiese: un progetto di recupero della memoria storica

Il desiderio di recuperare le tracce degli antichi stampatori a Sabbio Chiese, piccolo Comune della media Valle Sabbia nel bresciano risale all’immediato Dopoguerra, fra il ‘47 e il ‘52, quando l’allora sindaco Guido Bollani mise in pratica una sua idea sostenuta anche dallo storico Ugo Vaglia: recuperare la memoria storica locale, dando alle stampe gli undici volumi della “Collana Valsabbina”.

“Proprio come allora, anche se con diverse modalità, mentre sono in atto profonde trasformazioni dal punto di vista economico e della società, è importante fare leva sulla qualità che il territorio è sempre stato in grado di esprimere. La vocazione sabbiense all’editoria infatti ha radici ben più profonde di quelle riscoperte all’indomani della seconda guerra mondiale”.

Nella storia della stampa Sabbio Chiese occupa un posto di grande rilievo e non solo a livello bresciano. Per tutto il 1500 e per tutto il 1600, infatti, il centro valsabbino ha dato molte famiglie di stampatori che, forti anche dei legami di parentela, hanno operato a Venezia, Verona, Ferrara, Brescia, Bergamo, Milano, Trento, Torino, Campobasso, Roma e Messina. Alcuni danno per certo che fosse originario di Sabbio Chiese, dove sarebbe nato nel 1505, anche quel Juan Pablo de Brescia (Giovanni Paoli) che è stato considerato il Gutenberg d’America per essere stato il primo ad introdurre il processo di stampa in Messico, nel 1539.

I Nicolini, gli Antoni, i Baruzzi, i Bericchia, i Carampelli, i Comencini, i Gelmini, i Pelizzari, i Comincioli, i Tini, i Ventura, Nicolò Bascarini, sono solo i nomi più noti fra gli stampatori che partirono da Sabbio. Su suggerimento del professor Alfredo Bonomi, prendendo occasione dal rifacimento dell’edificio che ospita il municipio gravemente lesionato dal terremoto del 2004, si è deciso di richiamare a Sabbio la memoria di questi artigiani che con le loro capacità e l’intraprendenza hanno portato lontano il nome di Sabbio, inserendosi in ruoli di tutto rispetto a livello sia economico sia culturale. E la memoria, mai come in questo caso, è custodita nei libri che con maestria e professionalità gli stampatori sabbiensi hanno realizzato: sedici i volumi recuperati e, particolare non di poco conto, acquistati grazie all’impegno economico di alcune aziende della zona che hanno deciso di sponsorizzare l’iniziativa. Volumi particolarmente belli e difficili da reperire, che sono stati scovati nel “giro” dell’antiquariato librario e in alcune collezioni private per essere valorizzati e custoditi come meritano: in una teca che troverà spazio nella sala della Giunta.

Pezzi alcuni dei quali particolarmente rari e bellissimi che offrono un eloquente spaccato delle capacità editoriali di questi stampatori che dall’ombra della rupe del santuario della Madonna della Rocca hanno affrontato orizzonti ben più ampi, per mettere a frutto il loro ingegno ed il loro spirito imprenditoriale. Gli argomenti trattati sui libri così recuperati, che abbracciano quasi un secolo di storia dal 1530 al 1614, sono i più svariati e spesso le antiche pagine sono state illustrate con preziose incisioni. Per comprenderne la ricchezza delle argomentazioni bastano alcuni esempi: c’è la prima edizione di un commento ai salmi curato da un dotto monaco della Chiesa di Costantinopoli. Il libro, stampato anche con caratteri greci a Verona nel 1530 da Stefano Nicolino, testimonia il fervore religioso e culturale voluto in quel periodo dal vescovo Giberti, ardente riformatore dei costumi del clero veronese. Il lavoro di Nicolò Bascarini è presente invece con due bellissime opere: “La storia della città di Roma” di Dionisio di Alicarnasso, edita nel 1545, e “La fabbrica del Mondo” stampata a Venezia nel 1546, un preziosissimo dizionario poetico. Giovanni Degli Antoni testimonia la sua alta qualità con un testo religioso del 1578, arricchito da una bella incisione. I Nicolini, noti con l’appellativo “Da Sabbio” e poi addirittura con il cognome “Sabbio” sono presenti nella raccolta con opere di storia, di poetica e di religione, a testimonianza della loro vastissima produzione.

Ancora all’ambiente degli stampatori bresciani – si diceva – appartiene la figura imponente di Alessandro Paganino (1509-1538) che a Venezia da tra il 9 agosto 1537 e il 9 agosto 1538 dà alle stampe per la prima volta nella storia una copia del Corano che comincia direttamente con la sura prima al-fatiha e termina riprendendo l’inizio della sura 2. al-baqara. Quando ormai si riteneva perduta ogni traccia e da più parti si dibatteva sulla veridicità della notizia è stata rocambolescamente ritrovata una copia presso la Biblioteca di San Francesco della Vigna a Venezia e oggi oggetto di un approfondito studio guidato dal prof. Roberto Tottoli Rettore Magnifico dell’Università di Napoli l’Orientale.

Le Concordanze di Eusebio della Biblioteca Queriniana

In occasione della visita di Sua Santità Papa Benedetto XVI alla città di Brescia in Lombardia nel 2009 il Sindaco della città ha donato al Papa una copia del preziosissimo volume delle Concordanze di Eusebio conservato presso la Biblioteca di Brescia. Si tratta di un codice miniato presso l’Abbazia Benedettina di Reichenau sull’isola del lago di Costanza in Germania tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo dopo Cristo.

Per saperne di più

Rotary International Fellowship

Old and Rare Antique Books and Prints

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